giovedì 12 gennaio 2012

Il pesce... nella rete


Se c’é una cosa che mi ha colpito durante la prima visita in quella che é ancora la mia dimora, é il bagno. Sulla toilette qui in Germania ci sarebbe da fare un discorso lungo e articolato, ma il rischio é di sfociare in stereotipi del tipo ‘i tedeschi non si lavano, noi invece abbiamo persino il bidet’. Comunque la pensiate sull’igiene personale, io sono dell’avviso che un bagno funzionale con una bella doccia, laddove si ha la necessità di lavarsi spesso, é fondamentale. E dalle case che ho visto non sempre questa è una costante: personalmente odio la vasca da bagno, non vivrei senza doccia, e preferisco di gran lunga lavandini di dimensioni generose, onde evitare di allagare la casa ad ogni lavata di denti. Bene, questa casa ha un bagno nuovo, chiaramente aggiunto alla stanza in un secondo tempo, ma proprio per questo con una bella doccia ad angolo di dimensioni più che generose, bei sanitari in perfette condizioni e un grande specchio. Ma come insegna la cultura popolare, l’apparenza inganna! Dopo sole due settimane che vivevo nella mia pseudo casa, tornando dal lavoro ho trovato un biglietto scritto dalla signora tedesca della terza stanza in cui mi invitava a chiamare l’amministratore per delle copiose perdite d’acqua provenienti dal mio bagno nelle cantine sottostanti. Tralasciando la mia ennesima reazione melodrammatica, ma dovuta al sommarsi di tutti gli eventi precedenti, contatto la mia padrona di casa in Italia, la quale chiama il suo agente qui a Berlino che telefona all’amministratore di condominio affinché mandi qualcuno a sistemare la perdita. Appuntamento fissato per la settimana successiva alle 8 di mattina. Alle 7 e quaranta minuti erano già alla porta (in realtà li ho sentiti per sbaglio bussare vista la mancanza di citofono e campanello), e ho scoperto che spesso i tedeschi sono più che puntuali, diciamo largamente in anticipo. Fortunatamente i due idraulici parlavano un po’ di inglese per cui c’é stata un minimo di conversazione che ha avuto più o meno questa dinamica:
IO: Scusate, ma com’è possibile che arrivo io e si verificano queste perdite, mentre con chi c’era prima niente?
IDRAULICI: Vedi, il muro è in grado di assorbire piccole perdite ma se uno si fa la doccia troppo spesso OVVIAMENTE non ce la fa!
IO: Ah! Quindi la colpa é mia che mi lavo tutti i giorni?!?
IDRAULICI: (alzata di spalle)
Ormai l’espressione perplessa è entrata a far parte del mio corredo rughe, perché di queste conversazioni ‘surreali’ ne ho avute abbastanza. 
Rimosso il piatto doccia, siliconato qui e là, sembrava tutto risolto. Ma così non era, in quanto a me era stato detto che la doccia era perfettamente  funzionante, mentre alla mia padrona di casa (o a chi per essa) era stato riferito che c’erano da cambiare dei tubi per i quali erano necessari lavori più lunghi e di entità tale che il condominio non li copriva. E cosí verso dicembre ancora una volta mi hanno risfondato la doccia e fatto altri lavori che mi sono rifiutato di sovraintendere data la mancanza di ferie che avevo (mancanza dovuta comunque a questa casa) e per tanto sono andato a lavorare lasciando questi sconosciuti a casa mia da soli. Ora pare che tutti funzioni, ma da che ho preso in affitto questa casa di originale c’é rimasta solo la tazza del water e poco altro, e vorrei puntualizzare che veniva reclamata come casa ‘chiavi in mano’, chiavi inglesi forse!
Argomento piú spinoso, ma fortunatamente l’ultima delle rogne successe, é il discorso internet. Senza addentrarmi anche in questo caso in inutili ovvietà, oggi come oggi dove vai se l’adsl non ce l’hai? Se poi ci mettiamo necessitá di comunicare via skype con parenti lontani e lavoro con possibilitá di essere fatto a casa (qualche volta), ci si rende facilmente conto perché l’avevo imposto come condizione vincolante per prendere in affitto la casa. La padrona di casa anche in questo caso non si é opposta, intestandosi tutto lei per altro, ma a patto che la connessione fosse condivisa tra i 3 inquilini (installazione obbligatoria lungo il corridoio comune) e che fondamentalmente mi occupassi io dell’installazione della linea. Dopo un rapido giro di siti e negozi (mediamarkt qui ha tutti gli operatori a pochi metri l’uno dall’altro), accantonata l’idea della fibra ottica (economica e soprattutto facile da installare poiché arriva tramite cavo dell’antenna televisiva, ma che purtroppo non copre la mia viuzza) ho ripiegato per quel sapore di casa che si chiama Alice ma che é qui erogata da O2. In fase di richiesta ho esplicitato a caratteri cubitali la volontá di installare una NUOVA linea telefonica, poiché ne io ne tantomeno la padrona  di casa (sic...) sapevamo se era giá presente una linea, ed inoltre era importante che fosse lungo il corridoio. Bene. Compilato il form di richiesta sul sito, vengo informato telefonicamente che a breve avrei ricevuto il modem - router wifi e che il tecnico sarebbe passato da me di li ad una settimana di mattina. Modem ricevuto senza intoppi, e tecnico arrivato di prima mattina, ma bene per me che non ho fatto tardi al lavoro. Da questo punto in poi é cominciato il calvario del via vai dei tecnici. Ve lo riassumo per brevitá:
  • Tecnico 1: trova una presa telefonica nella seconda stanza, decide di attivare internet su quella (sará poi mia premura chiamare un tecnico che la sposti lungo il corridoio). La presa risulta inattiva quindi mi chiede di andare in cantina a verificare nella centralina se ci sono problemi. Io gli dico che non sapevo di avere una cantina e che quindi non ho le chiavi, ma se mi dava cinque minuti chiamavo la proprietaria e mi facevo consigliare sul da farsi. Nemmeno il tempo di prendere il telefono che mi propina un modulo da firmare con cui ammetto di non essere in condizione di attivare una nuova linea (non avendo rispettato tutto quello che mi era stato detto per email) e che quindi verranno addebitati 75 euro alla proprietaria per l’uscita del tecnico. Io mi oppongo alla firma, e lui minaccia qualcosa che non ho ben capito, ma decifro la rabbia nei suoi occhi e firmo il maledetto modulo. Chiamo la proprietaria e anche lei non sapeva nulla di una cantina (sic...) e quindi avrebbe chiamato l’hausemeister per avere informazioni. Scopriamo che effettivamente l’appartamento non ha una cantina propria, ma il palazzo ha uno spazio comune al quale abbiamo accesso con le stesse chiavi del portone (le mitiche chiavi del portone) che io giá possedevo. Richiamo per un nuovo appuntamento.
  • Tecnico 2: arriva come sempre alle 8 e qualche minuto. Andiamo nella maledetta cantina e vede che non c´é linea (ma va?), quindi torniamo nell’appartamento e scopre che il cavo della linea telefonica é reciso all’altezza della porta d’ingresso (che poi era assolutamente ben visibile e mi chiedo perché il primo tecnico non l’avesse notato) ed é compito di Telekom provvedere alla riparazione e quindi mi avrebbero mandato un nuovo tecnico.
  • Tecnico 3: dopo mille e duecento telefonate, Alice decide di mandarmi un suo tecnico per velocizzare l’attivazione della linea (forse avevano capito che ero ad un passo dalla disdetta). Arriva il tecnico come sempre di prima mattina e mi chiede immediatamente un modulo xyzung che non capisco (lui NON parla inglese e io NON parlo tedesco, il che lo fa spazientire subito). Provo a telefonare ad un amico che possa tradurmi al volo e non risponde, chiamo l’agente immobiliare e non risponde nemmeno lui, al che il tecnico si mette a scrivere qualcosa su un foglio bianco e va via senza aver fatto nulla. Faccio tradurre ció che c’era scritto sul foglio e praticamente scopro che per qualsiasi lavoro che implica l’uso di un trapano IN CASA MIA devo chiedere autorizzazione ai condomini i quali tramite assemblea condominiale o hausmeister rilasciano un documento da dare a chi deve fare i lavori (e questo era il fatidico xyzung che voleva il tecnico!). Chiamo la proprietaria, la quale capisce che sono ad un passo dal dare fuoco alle sue proprietá, e contatta direttamente l’hausmeister il quale decide di mandare lui stesso dei tecnici a far riparare la linea e a spostarla lungo il corridoio.
  • Tecnico 4: liscia come l’olio. Se ne é occupata l’inquilina del secondo appartamento che nel frattempo si era trasferita. Torno dal lavoro e la presa telefonica era li, bella come il sole.
  • Tecnico 5: richiamo Alice per informarli che la linea ora c’era ed era attiva, mancava solo internet. Mi fissano un appuntamento per la settimana successiva di mattina. Aspetto a casa fino alle 13 e non si vede nessuno (notare che io sarei dovuto essere lavoro). Nero come una bestia faccio richiamare Alice chiedendo spiegazioni, e loro insinuano di aver fatto tutto il lavoro da remoto senza intervento presso la mia abitazione, ma stranamente di internet manco l’ombra. Rifissano un nuovo appuntamento.
  • Tecnico 6: ancora una volta non si presenta nessuno, ma comunque costringono le persone a stare a casa fino alle 13 poiché non si puó sapere a priori il tipo di intervento che faranno. Di internet manco l’ombra.
  • Tecnico 7: data l’ormai impossibilitá di chiedere permessi a lavoro, convinco (prego) la coinquilina a restare lei e fortunatamente il tecnico si é presentato. La sera torno a casa e vedo la luce DSL del modem illuminata, il che mi fa ben sperare. Accendo il computer, accedo alla linea wifi ma di internet manco l’ombra. Al che prendo manuale e pagina di configurazione e dopo un paio di improperi e una buona mezzora, con l’aiuto di un mio amico e il supporto morale della coinquilina, abemus internet!!! Da notare che comunque loro non avevano configurato un bel niente, e il modem Alice su linea Alice non é configurato ne autoconfigurabile. Roba che in Italia c´é dal 2005!
A tutto questo via vai aggiungete che sono passati 3 mesi dalla richiesta di attivazione, che ogni telefonata costava mediamente 4 euro (si, i customer care sono a pagamento e molto salati, pensateci bene quando sceglierete il vostro prossimo operatore!), dovevo cercare l’anima pia del mio amico, infondergli la mia rabbia, e pregarlo di incavolarsi al posto mio al telefono (essendo solo per tedescofoni), e in piú non ti danno mai un orario preciso (strano per essere in Germania) ma una ampissima finestra temporale in cui TU devi essere a LORO disposizione. Sommateci anche il NON funzionamento del citofono che mi costringeva alla finestra in attesa di questi stramaledetti tecnici e vi renderete conto del mio stato di stress. E con questo chiudo, perché mi sta tornando l’arrabbiatura di quei giorni.