martedì 29 ottobre 2013

Amici - Aiaiaia

Si é concluso il mio secondo anno a Berlino, ma l’evento in se non ha avuto l’importanza e la solennità dell’anno scorso.
Il perché é presto spiegato: in questo momento della mia vita sono a Sofia, in Bulgaria.
E questo va avanti da almeno un mese e mezzo. Le ragioni sono riconducibili a quello che ho scritto un paio di post fa sulla ricerca di un lavoro a Berlino, e forse nel mondo. Peccando di presunzione, credo che a Berlino non ci sia niente per me, per cui ho deciso insieme ad un amico di fare la startup. Sí, il vero concerto della banalità moderna: abbiamo preso una buona idea, l’abbiamo messa su carta, abbiamo iniziato a realizzarla e qualcuno ce l’ha finanziata con uno di quei programmi di accelerazione / incubazione che tanto sono di moda (solo che io sono a Sofia). Ecco. Non scenderò nei dettagli perché sarebbe prematuro, ma al momento del lancio del prodotto potrei scrivere qualcosa sul mondo delle startup.
Quindi l’anno passato per me é stato lo specchio dell’anno passato a livello mondiale. Crisi del lavoro, crisi di identità, voglia di fare qualcosa di proprio e alla fine startup.
In tutto questo periodo però, importanza cruciale l’hanno rivestita le persone che mi circondano, quelle che reputo amiche. E mi reputo fortunato ad averle.
Io ho un concetto di amicizia estremo; mi deriva da anni e anni di batoste, di tempo speso con le persone sbagliate, di pugnalate alle spalle di cui ho perso il conto e soprattutto da un certo carattere che non mi ha mai fatto elemosinare attenzioni o benevolenza. Anzi, ho personalmente verificato che più sei stronzo più la gente ti vuole bene, ti ama persino. E quando questo succede, me ne dispiaccio molto, forse per qualche dinamica cattolica - di sensi di colpa che ancora sto sondando.
Per me un amico é uno a cui non devi chiedere. Che poi é quello che mi aspetto da chiunque mi conosca a fondo (e che quindi mi vuole bene se é sopravvissuto al mio fianco per tanto tempo). Se io vengo licenziato con modalità discutibili, mi aspetto di non dover giustificare qualche malumore, ma anzi dovresti supportarmi e sopportarmi al meglio che puoi. Se pensi che io sia in torto per qualcosa, vorrei che tu me lo dicessi in faccia, non che dai la ragione al fesso salvo poi sparlare dietro tutto il tempo. E soprattutto non sono un clown, non posso essere divertente sempre e comunque a comando. Qualche volta potreste farmela fare voi qualche risata.
Insomma, le vicissitudini di questo lunghissimo anno mi hanno portato a fare una bella pulizia di gente e ad avvicinarmi ad altre, a mettere ulteriori paletti tra me e il resto del mondo (che ormai é sempre più risicato, ma va bene così; il buonismo é il cancro dei rapporti umani e farsi piacere tutti anche no). 
Posso dire a questo punto della mia acidità sanguigna di non tollerare più: gli stupidi (non quelli che non ci arrivano, ma peggio… quelli che non sanno di esserlo), gli egocentrici e gli egoferiti (se mi parli ripetutamente di lavoro o cose inerenti al tuo lavoro quando vengo fuori da una certa situazione, forse hai la sensibilità di un asfalto sulle ginocchia), quelli che fingono una bontà che non gli appartiene (parlare bene di una persona davanti e sparlarne dietro fa di te un cagasotto che non ha le palle di affrontare i proprio demoni) e soprattutto quelli che ti usano per i loro scopi salvo poi trattarti come una riserva quando hanno di meglio da fare (schiaffandotelo pure in faccia). Bene, io non mi reputo una persona cattiva: stronzo si, ma cattivo no. Non arriverei mai a fare del male ad una persona. Ma l’ultima categoria di cui sopra fa venire fuori di me Lucifero in persona. Io ho amici che vedo una volta l’anno, ma so che non posso pretendere o aspettarmi altro e va bene cosí, mi fa piacere rivederli per il gusto di rivederli (e loro sono sempre lí, che ti aspettano); e poi ci sono quelli che vedi tutti i giorni, tutti i weekend o ogni due settimane. Beh, da questi mi aspetto un certo volume di attenzioni, perché se esci con me tutti i weekend e poi quando hai di meglio da fare mi mandi a cagare senza manco invitarmi, mi stai trattando come uno straccio da piedi e io non lo permetto. Punto.
Per concludere, come canta Tiziano Ferro, nessuno é solo. Siamo 7 miliardi ormai ed é davvero difficile essere soli. In questo momento sono solo in casa, ma mi pare di avere i vicini a pranzo. Si é soli se si vuole esserlo. Io ho la mia solidità e la mia stabilità, non ho bisogno incessante di altre persone nella mia vita, per cui se apro uno spiraglio ad alcuni pretendo qualcosa in cambio. Non so cosa ho da dare, ma rimane il fatto che per alcune persone stranamente rimango un punto di riferimento. 

Penso di avere imparato molto quest’anno in quest’ambito. Penso di aver dato il giusto e di aver ricevuto il giusto, perché ho eliminato i parassiti. Probabilmente io per primo pecco di tutte le cose che mi danno fastidio, ma mia nonna dice sempre “circondati di chi é 1000, 10000, un milione di volte meglio di te!”. 

venerdì 9 agosto 2013

Parassiti della societá... ma per una giusta causa

Siccome inizio ogni post recente scusandomi per l’assenza ingiustificata e reiterata senza vergogna, questa volta non lo faró. Ho avuto da fare e questo é quanto.
In compenso avevo promesso lumi su alcuni argomenti, quindi procedo col soliloquio.
In Germania, e soprattutto qui a Berlino, c´é il mito del sussidio facile e generoso. Partiamo col dire che OVVIAMENTE non é cosí. Ma tanto in molti continueranno a fare inutili paragoni tra il wellfare tedesco e quello italiano ignorando tutta una serie di clausole che spesso si trascurano per paura di scontrarsi con la dura realtá.
Il sussidio di disoccupazione, quello che viene dato a coloro che hanno perso il lavoro, viene erogato per un periodo proporzionale a quello di lavoro in un’azienda tedesca. NON é perenne e non vi viene certo dato finché il vostro figlio immaginario compie 25 anni. L’importo inoltre é pari a circa il 75% dell’ultima mensilitá per un massimo di 1000 euro e qualcosa (e generalmente questo é quello che vi verrá elargito). Nell’importo non é inclusa l’assicurazione sanitaria che viene pagata a parte dallo Stato. Il periodo di erogazione é pari alla metá dei mesi in cui avete lavorato in un’azienda tedesca. Se peró siete voi che vi licenziate, a questo periodo dovete sottrarre 3 mesi (quelli necessari perché scatti la disoccupazione). Qualcuno sosterrá che tutto ció é comunque bellissimo, perché il sussidio é comunque erogato a tutti coloro che perdono / lasciano il lavoro. Beh, é comodo sicuramente, ma sappiate che vi stanno solo ridando soldi che praticamente avete versato voi e la vostra azienda nei mesi di lavoro, e quí a meno di contrattazione a mezzo di avvocati non é previsto TFR (aka liquidazione). 
Per la cronaca, questo sussidio va espressamente richiesto al Bundesagentur für Arbeit competente (l’ufficio del lavoro) e, ancora una volta, lí nessuno parla inglese! Ma ovviamente vi avranno detto che a Berlino TUTTI ma proprio TUTTI parlano inglese e che il tedesco non serve. E Babbo Natale esiste e lavora per la Coca-cola.
Il termine massimo per la richiesta é di 3gg dal licenziamento, e dovete portare tutto, ma proprio tutto il cartaceo di cui disponete con voi. Chiedete all’ufficio del personale della vostra azienda tutti i documenti che servono per il sussidio; vi ricordo che siamo in Germania, se vi manca qualsiasi XYZDGGFFGung vi rimandano a casa senza passare dal via. A me é stato richiesto anche l’attestato INPS comprovante la mia regolaritá in materia di contributi. In cambio vi daranno un bel plico di scartoffie da compilare con la vostra storia lavorativa e universitaria, tutto nel buon vecchio tedesco. Da questo momento in poi inizia una via crucis che si conclude fortunatamente col ricevimento del primo sussidio: vi verrá assegnato un tutor che vi guiderá nella ricerca del lavoro nella Job-borse (questa fortunatamente tradotta in Italico, ma non ne farei un motivo di orgoglio) e col quale avrete due o piú fantastici colloqui in cui lui parlerá e voi fingerete di capirlo dall’alto del vostro corso di tedesco De Agostini. Vi verrá anche detto di comunicare tempestivamente ogni vostro spostamento (io non l’ho fatto, e nessuno se ne é accorto).
E qui si conclude la burocrazia tedesca che non vi lascia mai soli nei momenti di sconforto.
Passiamo ora a smentire voci e leggende al cui pari Starwars é una storia realmente accaduta. 
Si dice che a Berlino lavori 3 mesi e poi chiedi un sussidio per cui ti pagano affitto, corso di tedesco, krankenkasse e pure la spesa, vita-natural-durante. Partiamo col dire che i rubinetti se non sono stati chiusi sono stati per lo meno ristretti. Ottenere questo fantomatico Harz 4 é difficile se non impossibile; sono richieste cause di disoccupazione non colmabili a breve. Se poi non siete tedeschi forse un viaggio a Fatima aiuterebbe.
Le condizioni per l’assegnazione di questo sussidio sono molto vincolanti e vi invito a googlarle per il vostro divertimento. Una di queste prevede che voi diate accesso a tutti i vostri conti correnti per l’ispezione sul consumo dei quattro soldi che danno (sono una cifra irrisoria, nell’ordine delle centinaia di euro, ma non dimenticate che affitto e assicurazione sono a parte). Per dire, comprate un biglietto easyjet e verrete interrogati, iscrivetevi ad una palestra e probabilmente verrete scortati in cella di isolamento.
Ho 3 figli, quindi mi danno 1000 euro per ognuno fino al 25mo anno. Come no. Le cifre sono anche qui dell’ordine delle centinaia di euro e vengono elargite solo in determinate situazioni (reddito inferiore ad un tot e varie ed eventuali).
Bene, potrei continuare ancora per un po´, ma spero che il messaggio sia arrivato. Non é il paese dei Balocchi. Nessuno vi regala un bel niente. Ne quí ne altrove. E se pensate di fare i furbi in Germania non avrete vita lunga.
Io personalmente ho percepito il sussidio di cui sopra (quello vero per intenderci) per qualche mese e ne ho approfittato per fare cose che lavorando non riuscivo a portare a termine (vedi scuola di tedesco). Questi soldi vanno presi con questo spirito: usiamoli per colmare quelle lacune che ci renderanno piú appetibili sul mercato del lavoro. E se poi volete approfittarne per fare un pó di vacanza dopo anni interrotti di lavoro, allora fatelo pure. 

Passo e chiudo (scrivere “a presto” suonerebbe ipocrita).

domenica 19 maggio 2013

Pulizie di primavera - gli italiani a Berlino che se ne vanno (grazie al cielo)



Berlino deve avere un qualche sistema immunitario. Ha il potere di fagocitare individui, trasformandoli e rendendoli parte dei suoi colorati murales, oppure di espellerli con modalità più o meno drammatiche.
Io posso parlare solo per quegli italiani che sono passati da qui, e che in qualche modo hanno intersecato il mio cammino, e devo dire che col tempo non molti di loro stanno restando a Berlino.
Lo si dice, lo si scrive, ma io lo affermo da quando sono venuto qui la prima volta, come turista: Berlino non è per tutti. Per alcuni è una carezza, e ne vuoi sempre di più, per altri è un pugno nello stomaco, e l'unica via di uscita e scappare dal tuo aggressore, a meno che tu non voglia soffrire ancora.
Non voglio peccare di presunzione, e dire che Berlino va bene per me e non per te, dico solo che siamo diversi e come tali abbiamo esigenze e percezioni diverse. L'unica cosa che faccio fatica a capire è che in una città di quasi 4 milioni di abitanti, un'estensione pari a 5 volte Milano, tutte le culture del mondo che si incontrano in un mix metafisico, tu non sia riuscito/a a trovare la tua dimensione, la tua cerchia di amici, i tuoi posti speciali, addirittura nemmeno una casa che ti accolga.
Ecco, mi rivolgo proprio te, che arrivi a Berlino urlando ai 4 venti di quanto sia bella questa città per la tolleranza e le sue mille sfaccettature, e poi passi il tempo successivo a lamentarti di quanto le differenze e il diverso modo di pensare ti risultino inconcepibili, di quanto amore provi per gli animali e di quanto sia bello poter fare una scelta alimentare diversa in questa città viste le mille scelte che offre, salvo poi non essere capace della minima affettività per le persone che provano ad avvicinarti; ecco, mi rivolgo proprio a te: grazie per andartene. Una scoria in meno, è un'infezione (potenziale) che se ne va.
Ps.: ogni riferimento a cose e persone è voluto.

domenica 5 maggio 2013

Un giorno a Wannsee





Wannsee, un set su Flickr.

Una splendida domenica assolata (finalmente) al lago di Wannsee esplorando la Pfauinsel dove si narra vi siano Pavoni allo stato brado. Nulla di piú falso... sono in voliere! Ma comunque rimangono uno spettacolo.

lunedì 29 aprile 2013

AAA - Serietá cercasi


Messaggio ai recruiter / uffici risorse umane / addetti  ai casting / esaminatori generici (anche delle urine):
  1. Il colloquio via Skype o telefonico, quando azienda e candidato sono nella stessa cittá, é una presa per i fondelli, é quanto di piú distante si possa immaginare per conoscere una persona, entrarci in contatto, capirla. Sentirsi dire poi che non sei parso sufficientemente motivato, beh é proprio un’istigazione alla castrazione chimica (anche per le donne!). Cosa dovrei fare per parere interessato, gasato, eccitato per telefono? Rispondere come se fossi ubriaco alle 10 di mattina? Ridere come un beota a tutte le domande? Emettere versi che manco Sara Tommasi nei suoi film porno-moanapozzisistaarigiránellatomba?
  2. Il colloquio in un bar in orario di pranzo é vietato per legge. Sapevatelo. Il prossimo che me lo propone riceverá come risposta un sincero “Nein, danke” data la poca e scarsa serietá che traspare dalla ricerca del personale abbinata a quella eno-gastronomica.
  3. Per favore, i colloqui due persone alla volta sono giá stomachevoli di loro, se poi fate anche la domanda sul salario atteso, davvero mi pare di stare al mercato del pesce. La domanda “le tue aspettative salariali?” non ha nulla a che vedere con un asta a ribasso, e soprattutto se viene posta come secondo quesito mi sa tanto di cerchiamo una persona con mille mila anni di esperienza, quattordici lauree, almeno un trilione di skills, e che accetti di essere pagato come uno sbattitore di tappeti.
  4. Qualcuno mi spieghi perché se tutti urlano Python allora tutti cercano sviluppatori Python? Tutti urlano Ruby (non QUELLA Ruby) e allora tutti voglio sviluppatori Ruby? Tutti dicono HTML5 e tutti vogliono sviluppatori HTML5? Poi qualcuno insinua il dubbio sulla questione del mobile, e allora tutti vogliono sviluppatori nativi iOs / Android? Fidatevi di un pollo: io se dovessi partire ora con un progetto, punterei su un linguaggio molto piú rodato, con una community, con delle vere professionalitá senior. Non date retta ai geek o nerd che siano. Sono i bastian contrari della societá.
  5. Non é bello fare aspettare per una risposta, ed essere indisponenti se dopo due settimane uno si degna di chiedervi un riscontro.
  6. Il non essere presi per un lavoro fa parte della vita, come la diarrea e l’herpes. Li per li oscilli tra il fastidio e il malore fisico, ma poi passa. Quella che invece é punibile con una tempesta di cacche di gabbiani golosi di pesce marcio é la presa per il culo. Non dirmi che ho troppa esperienza, se ho risposto all’annuncio e mi sono fatto persino la barba per venire a sostenere il colloquio, evidentemente il lavoro mi interessa. Forse mi piace vincere facile. Dillo che non puoi pagarmi per quello che la mia esperienza richiederebbe. Non dirmi che hai trovato qualcun altro se dopo due settimane rimetti l’annuncio on line. Ormai la vita di qualsiasi internauta oscilla tra la pornografia e lo stalking puro. Le cose le vengo a sapere, e in me si innesta il dubbio che forse faccio cagare e non hai il coraggio di dirmelo. Visto che comunque mi stai scaricando, preferisco che tu lo faccia sinceramente. Sono pelato, ingegnere (e chi ha fatto ingegneria sa di cosa parlo) e italiano emigrato in Germania, l’insulto fa parte del mio vivere quotidiano. Dimmelo se ti sto sulle balle, mi puzza l’alito o le ascelle, se le mie lentiggini ti ricordano Ricky Callingam quando tu preferisci Fonzie. Dimmi la veritá, ma non prendermi per il culo per favore.
Grazie,
Sinceramente Io.
Detto questo mi metto in proprio o emigro nuovamente.

lunedì 15 aprile 2013

Chi non muore...

Eccomi di nuovo. Ormai sono stagionale. Pubblico qualcosa ogni 3 mesi.
Potrei giustificarmi, ma alla fine questo blog nasce per raccontare esperienze, quindi mi piace scrivere quando ho accumulato un po' di avvenimenti degni di nota.
Brevemente in questi giorni ho (nell'ordine):
- Chiesto ed ottenuto sussidio statale (burocrazia portami via).
- Frequentato una vera scuola di tedesco (7 ore al giorno dal lunedí al venerdí) per 2 mesi.
- Cercato invano un lavoro decente.
Mi impegno (ma chi ci crede?) a scrivere qualcosa su ogni singolo argomento.
Saluti.