domenica 11 dicembre 2011

Abito casa... difficilmente!

Prima di procedere con le fatiche che sono seguite al mio trasferimento nella nuova casa, devo fare una premessa: al di là delle sfighe, dello stress e degli attimi di disperazione, io ho avuto la fortuna di trovare una padrona di casa, che seppure vive in Italia, mi ha dato ogni genere possibile di aiuto e infinita comprensione. Forse entrambi dovremmo imparare di più da Berlino e da come funzionano gli affitti da queste parti. Io, data anche l’entità dell’affitto, ho ‘preteso’ che la casa fosse ‘all-inclusive’ di arredamenti e servizi, e soprattutto che questa messa in opera fosse fatta in tempi brevi. La proprietaria di casa, forte di una visione ‘italica’, e consigliata malissimo dal suo agente ma senza possibilità di scelta data la distanza, ha promesso cose e tempi che in Germania, e soprattutto a Berlino, sono improponibili. Qui le camere \ case sono affittate ‘così come sono’, è compito dell’affittuario  provvedere a quello che manca o eventualmente accordarsi con l’inquilino precedente per la cessione di arredamenti e contratti per utenze. Ovviamente l’affitto deve essere proporzionale a quello che viene offerto. Questa doverosa prefazione è dovuta al fatto che in molti che si sono trasferiti qui potrebbero dirmi (o mandare a dire alla locatrice) che a Berlino le cose non potevano andare diversamente e che, anzi, è stato tutto oro colato, ma noi non lo sapevamo...
Il giorno in cui mi sono trasferito ho dovuto concordare l’orario con l’anziana che già viveva nell’appartamento data la mancanza della chiave del portone. Tutto questo è avvenuto telefonicamente e ad opera del mio amico visto che la signora non parla una virgola d’inglese. Qualcuno potrebbe sostenere che la cosa sarà stata semplice vista l’età della donna e lo status di pensionata che uno associa ad una vita casalinga, sbagliato! La signora è SEMPRE fuori casa, a far cosa questo non si sa! E vi ripeto che la donna è tutt’altro che affabile e carina (dimenticate l’immagine della nonnina di cappuccetto rosso!).
Sul discorso chiavi e sul perchè tutte le comunicazioni dovevano avvenire telefonicamente sono necessarie un po’ di perle di vita condominiale tedesche.
Qui in Germania la figura di riferimento dei palazzi (che raggiungono un numero elevatissimo di abitazioni, anche trenta - quaranta) è quella dell’amministratore di condominio (Hausmeister) che svolge attività che vanno ben oltre quelle a cui siamo abituati in Italia. Tutto, e dico tutto quello che riguarda le abitazioni in termini di lavori e manutenzione deve passare per l’Hausmeister e la sua approvazione. Dalle tubature dell’acqua, all’attacco del telefono, passando per le chiavi delle porte, sono mansioni dell’Hausmeister. Questo si è tradotto nell’aspettare una settimana per avere la chiave del portone, giacchè nessuno (a meno di alcuni loschi individui...) può fare una copia della chiave senza un famigerato codice, gelosamente custodito dall'amministratore. Quindi per ogni chiave (comprese quelle della propria abitazione nel mio caso!) è l’amministratore che si occupa delle copie, e questo richiede i suoi tempi biblici, nel mio caso 7 giorni.
Fortunatamente l’anziana alla seconda telefonata si era già rotta le scatole e mi ha prestato una chiave dell’ingresso posteriore accessibile dal vialetto per le biciclette. Il perchè poi dovessi telefonarle invece che citofonarle, è presto spiegato: ne il citofono ne il campanello funzionano! Notare che uso il presente giacchè a distanza di 4 mesi siamo ancora senza citofono. Questo è un altro lavoro richiesto all’amministratore (essendo suo compito) ma che ancora non è stato completato a distanza di cento e più giorni. Forse può sembrare cosa di poco conto, ma questo malfunzionamento mi ha costretto più volte ad aspettare tecnici vari (vedi ADSL) alla finestra per potergli aprire, o ad attaccare un foglietto al portone col mio numero di telefono nella speranza che durante la notte non volasse via.
Le prime notti ho dormito su un ‘letto’ preso dall’altra stanza che versava in condizioni disastrose. Ovviamente senza tende alle finestre per la gioia dei passanti e dei dirimpettai.
Per velocizzare i tempi ho preso accordi con la padrona di casa per occuparmi io personalmente dell’acquisto degli arredamenti scorporando i costi dagli affitti successivi. Questo si è tradotto nel voler risparmiare il più possibile, e quindi IKEA. A questa opzione, vista anche la quantità di mobili e il fatto che io avevo iniziato a lavorare, ho risposto chiedendo qualcuno che si occupasse del montaggio dei suddetti. Su consiglio dell’agente (sempre a mio parere discutibile) mi è stato mandato un tuttofare con un furgone a noleggio che ha prima sgomberato la camera dai vecchi mobili e poi si è occupato del trasporto e del montaggio dei mobili IKEA. Queste operazioni hanno richiesto due faticosissimi giorni, ma alla fine la mia camera era provvista di letto, libreria, tavolo e sedie, e infine (ma proprio alla fine) di tende! Contestualmente è arrivata la prima ‘fregatura’ a posteriori dalla firma del contratto. Il mio bagno è provvisto di attacco per la lavatrice, prova che gli inquilini precedenti l’avevamo montata lì. Quando ho richiesto la lavatrice (essendo una MIA richiesta) davo per scontato che sarebbe stata montata nel mio bagno, e invece no! La padrona di casa con un colpo di coda mi ha detto che sarebbe stata montata in cucina in modo da poter essere usata anche dalla seconda stanza (che sarebbe stata affittata in seguito), il che mi avrebbe portato ad un condivisione forzata della cucina per cui io pago l’affitto e che mi preoccupo io di pulire. Quindi il tuttofare ha dovuto montare anche questo attacco sotto al lavello della mia cucina. Ovviamente l’acquisto della lavatrice è stato mio compito, sempre e solo per affrettare i tempi.
Parliamo della cucina. Dopo il mio trasferimento lentamente ho cominciato a cucinarmi qualcosa ma è quando ho fatto la prima spesa che sono cominciate le sorprese.
Ho aperto il frigo per metterlo in funzione, e ho trovato una florida e multiforme colonia di muffe e una sporcizia che nemmeno un porcile può invidiare. Inoltre una volta aperto non si chiudeva più. Inutilizzabile. Faccio per cucinarmi qualcosa e il mio sguardo va alla cappa sovrastante le piastre elettriche... oltre a non funzionare perchè mancavano i filtri, era fittamente ricoperta di grasso e liquami marrone scuro ormai fusi col metallo. La stessa situazione l’ho ritrovata nel forno e nella ventola di areazione (considerate che la cucina non è provvista di finestra!). Ammetto di aver dato di matto quel giorno, ma era inconcepibile per me che una casa venisse affittata come ‘chiavi in mano’ ed effettivamente io non avevo manco le chiavi. E’ vero che avrei dovuto esaminarla a fondo prima di prenderla in affitto, ma come detto in precedenza non ero lucido, e in quel mentre mi sono sentito fregato e pentito di essermi fidato di italiani. La risposta della padrona di casa non si è fatta attendere, ed ecco arrivare di nuovo il tuttofare con moglie e figlia a tentare di scrostare la cucina: un giorno di lavoro e  nessuno risultato. Alla fine si è deciso per un rinnovo totale ad esclusione del lavello a cui era stata attaccata la lavatrice. Ed ecco arrivare la seconda grossa furbata da parte della locatrice: la cucina era inizialmente provvista di un grosso mobile verticale per poterci conservare il cibo, e onestamente non era messo così male rispetto al resto, ma lei insistette moltissimo perchè venisse portato via in cambio di due pensili che mi avrebbero garantito la stessa capacità. Ed ecco spuntare al posto del mobile un grosso frigo da condividere anch’esso con la coinquilina della seconda stanza (anch’essa italiana). Inoltre del secondo pensile manco l’ombra, ovvero l’ombra c’è ma è nella stanza dell’altra inquilina, io mi sono beccato una mensola al suo posto. E così tolte due pentole e due tazze e qualcosina in più, spesso il cibo devo portarmelo in camera da letto, che ripeto è poco più di un buco. 
Ora penserete che completato l’arredamento, seppure con le citate ‘supposte’, tutto sarà stato in discesa... purtroppo no, perchè qualche giorno dopo ho ricevuto un messaggio sotto la porta da parte dell’anziana della terza stanza che era stata contattata dall’Housmeister per una grossa perdita d’acqua nelle cantine proveniente dal mio bagno! Ma questa è un’altra storia...

domenica 4 dicembre 2011

Trovo casa... finalmente!


Come accennato nei capitoli precedenti, la ricerca ha avuto le sue grottesche peculiarità, ma di sicuro non è stata ‘estenuante’, nel senso che le visite giornaliere sono state mediamente inferiori alle due. Questo ha fatto si che spendessi molto tempo ad informarmi su internet (impossibile vivere all’estero senza questo prezioso mezzo, fonte inesauribile di conoscenze e di esperienze vissute, meglio ancora se pronto all’uso su uno smartphone), frequentando forum e soprattutto facebook coi tanti gruppi di italiani all’estero.
Uno su tutto mi ha spiazzato per tempismo e celerità nel fornirmi qualsivoglia informazione: Italiani a Berlino. Il nome dice tutto: trattasi di un gruppo che ha un corrispettivo sito internet a cui fa capo una signora italiana che si occupa di ‘intermediazione immobiliare’ mettendo in contatto chi cerca casa con chi la offre (agenzie, privati, ...) in cambio di un’alta anche se onesta parcella che onestamente non ero disposto a pagare (fosse altro perchè all’inizio non avevo la certezza di restare qui a Berlino). Alla fine, vista la situazione disperata, ho scritto un’email a questa sito internet chiedendo aiuto e specificando il mio budget. 
Loro mi hanno proposto una bellissima casa ma, e siamo di nuovo ai ‘ma’ costanti tedesche, nemmeno il tempo di capire dove si trovava sulla mappa che l’avevano già affittata. Questo dovrebbe darvi una misura della situazione ‘cerco-casa’ di questa bellissima e folle città.
Forse per la situazione che trapelava dalla mia email, forse per un leggero senso di colpa, o (quasi sicuramente) per pietà, la gentile signora mi ha fornito il contatto di una sua conoscente italiana che voleva affittare due stanze ognuna della quali provvista di bagno e cucina indipendenti.
Condizionato dall’impellenza dell’inizio del nuovo lavoro e dalla necessità del trasloco, dall’affitto proposto che rientrava nel mio budget, dall’indipendenza della soluzione, dalla vicinanza al centro e all’ufficio per non parlare della U-Bahn, e dall’italianità della padrona di casa e dell’agente, alla prima visita ho deciso immediatamente di prenderla (anche perchè vi ho già descritto come sono le tempistiche fulminanti da queste parti)!
Col senno di poi mi chiedo davvero come ho fatto... nessuna persona razionale l’avrebbe affittata nelle condizioni in cui era, ma la disperazione è pessima consigliera.
Passo brevemente a descrivere ciò che ho preso in affitto: l’appartamento è in zona Mitte, al piano rialzato che da’ sulla strada principale che da un lato porta ad una grossa chiesa, mentre dall’altro alla fermata della metropolitana. Tutto il muro che da sulla strada è costituito da finestroni affiancati (due per stanza da letto).
Cose che avrei immediatamente dovuto appurare ma che ho bellamente trascurato:
  1. Traffico e rumorosità della strada.
  2. Grado di isolamento termico e soprattutto acustico delle finestre.
  3. Presenza di serrande, persiane e tende vista l’altezza dal marciapiede non proprio a prova di sguardi indiscreti.
Arrivati fuori all’appartamento, l’agente mi fa presente che ‘al momento’ non dispone della chiave del portone principale di ingresso e che per tanto deve chiamare l’unica inquilina che c’era per farsi aprire. Le camere ‘indipendenti’ infatti sono tre, di cui una affittata da prima della caduta del muro, e le altre due sfitte per vicissitudini che ho appreso solo in seguito. L’inquilina della terza stanza è una signora di 60-65 anni tedesca e con la gentilezza e i modi di fare (oltre alla corpulenza) di un orso bruno svegliato bruscamente dal suo letargo. Anche in questo caso, elenco delle dimenticanze del momento:
  1. Tempistiche di copia della chiave del portone in mancanza della quale come entro a casa?
  2. La signora della terza stanza parla inglese? Potrebbe risultarmi difficile conversare con lei, soprattutto qualora fossi chiuso fuori in attesa che lei mi apra il portone.
  3. E, cosa importante, perchè l’agente telefona alla signora invece di citofonarle o suonare alla porta?
Entrati in appartamento mi vengono mostrate le due camere, delle quali una aveva la cucina dentro la stanza e il bagno lungo il corridoio, mentre l’altra aveva bagno in camera e cucina fuori. L’unica che dispone di tutto nella stanza è quella della signora. Entrambe le stanze avevano pregi e difetti, perchè se è vero che avere il bagno in camera da letto è una soluzione più naturale dell’altra, proprio il bagno occupa un quarto della stanza che in totale rasenta i 16 metri quadri, quindi quasi un buco. L’altra stanza invece ha una cucina minimale chiusa in un mobile, ma senza frigorifero (che comunque davo per scontato sarebbe stato comprato visto lo spazio vuoto ad esso preposto) e con un misero pozzetto e due sole piastre elettriche di cottura. Il bagno inoltre è davvero striminzito e senza doccia, al contrario dell’altro che è grosso, nuovo (solo dopo ho scoperto che era apparenza) e con doccia. Inoltre avendo il bagno in camera mi sembrava possibile installare una lavatrice (anche per gli spazi). Il vantaggio di non avere un grosso bagno in una piccola stanza è quello di avere una stanza naturalmente più grande. La cucina esterna dell’altra stanza veniva data completa di elettrodomestici (quattro piastre più forno, cappa elettrica e frigorifero con ghiacciaia).
La camera da letto invece aveva solo un mobile guardaroba, una console anni 50 e due divani con una poltrona coordinata più o meno della stesa epoca del mobile.
Domande a cui avrei dovuto avere immediata risposta:
  1. Dove dormo? E soprattutto come (visto che non ci sono tende, persiane e\o serrande alle finestre)?
  2. Gli elettrodomestici della cucina funzionano? E soprattutto in che condizioni sono?
  3. C’è internet? O per lo meno tutto ciò che serve per installarlo?
Alla fine, come forse si è già intuito, ho scelto subito la stanza con bagno in camera ma avrei contrattato con la padrona di casa per tutto ciò che mancava (lavatrice, letto, tende, internet).
Tutte le domande senza risposta, le mie distrazioni e le mie superficialità, invece le avrei pagate profumatamente in seguito!