domenica 27 novembre 2011

Cerco casa disperatamente... ma non i coinquilini (parte seconda)!


La seconda email a cui avevo ricevuto risposta era per una casa la cui proprietaria era una pianista bulgara. La visita era prevista per il giorno successivo a quella raccontata nel post precedente. Ovviamente, dato il mio primo contatto con gli ‘artisti’ berlinesi temevo il peggio... ma in fin dei conti non andò così male, tant’è che tenni quest’opzione valida fino alla fine! Arrivati all’appartamento siamo stato accolti da una giovane studentessa francese in erasmus qui a Berlino fino ad Aprile 2012. L’abitazione presentava i connotati tipici di una WG (casa in condivisione) berlinese... tanto disordine, mobili che nulla avevano a che vedere l’uno con l’altro (compreso un pianoforte a coda nell’ingresso), pulizia sommaria e anche qui l’offerta di una bella camera grande e spaziosa ma praticamente spoglia! Quello che più mi ha frenato dal prendere questa casa è stato il prezzo, davvero esoso (480€ al mese).
Quando abbiamo chiamato la pianista (io ed il mio amico tedesco-fono) ci aveva informato di un’altra sua abitazione in affitto più economica e se fossimo stati interessati ci avrebbe fornito l’indirizzo dopo la visita della prima casa. Abbiamo telefonato e ritelefonato ma non abbiamo avuto più risposta. Alla fine un’altra giornata era passata e di altre visite manco l’ombra, inoltre il mio amico il giorno dopo doveva tornare a lavoro per cui mi sarei dovuto avventurare da solo.
Nei giorni a seguire ho concluso altre cinque visite, mediamente una al giorno, davvero poche e sinceramente faticavo sempre più a vedere la luce in fondo al tunnel delle case in condivisione...
Il primo di questi ultimi appuntamenti è stato un casting vero e proprio: casa aperta da ora x a ora y per tutti coloro interessati alla visita, con tanto di compilazione di scheda di valutazione da parte della proprietaria. Quest’ultima era una giovane mamma tedesca di un figlio di dieci anni, divorziata e con il pargolo dal padre nei weekend; offriva una minuscola camera con due mobili Ikea, la cucina e il bagno in condivisione con lei e il figlio (non oso immaginare la mattina). La sala invece era off-limits. Durante la visita, la proprietaria ci ha fatto molte domande prendendo appunti, comprese cose personali tipo situazione sentimentale, lavoro e durata del contratto. Quello che mi ha colpito è che di dieci e più persone che eravamo, lei si è focalizzata solo sui maschi (tre, compreso il sottoscritto) e soprattutto su quelli che lavoravano. Sarà la mia innata malizia, sarà che ancora non comprendo il carattere tedesco, ma io me ne sono andato in tutta fretta! Senza contare che vivere in uno sgabuzzino non fa per me.
La seconda visita ha toccato la mia sensibilità. L’appartamento era a Charlottenburg, quartiere notoriamente tranquillo e popolato da anziani. Arrivato fuori dal palazzo il proprietario non era in casa e così durante l’attesa mi sono concentrato sulla costruzione che avevo davanti. Devo essere sincero, pareva in tutto e per tutto un ospizio di quelli che abbiamo in Italia (o casa di riposo che dir si voglia): c’era tutto, dal bocciodromo alle sedie a sdraio con cuscini sul prato curatissimo. Quando è arrivato il ragazzo (mio coetaneo) ho avuto parziale conferma di quello che sospettavo, infatti era su una sedia a rotelle. Fortunatamente parlava molto bene inglese, così abbiamo potuto conversare tranquillamente nel lungo tragitto (davvero infinito) verso il suo appartamento.
Mi ha spiegato che quelle sono costruzioni particolari, prive di barriere architettoniche, che il comune di Berlino (o lo stato tedesco) fornisce agli invalidi. Stiamo parlando di un complesso che poteva avere almeno 200 appartamenti, davvero impressionante! Inoltre l’ospedale era dietro l’angolo, il che non era poco vista la natura degli inquilini.
Nel suo appartamento viveva già un altro ragazzo in affitto, ma ci viveva anche il suo cane che lui mi ha premurosamente descritto come ‘iperprotettivo’. Vi assicuro che era un complimento! Aperta la porta ci si è sbarrato davanti una specie di orso (ricordava nelle fattezze un dobermann, ma doveva essere un meticcio) che non ha fatto altro che digrignare i denti e abbaiare per tutto il tempo.
La camera era carina, ben arredata (da non crederci!), così come tutta la casa. L’affitto era equo e anche se tutta l’appartamento era attrezzato per i bisogni del suo proprietario, la cosa non mi turbava, anzi... fece riemergere tutti gli anni di croce rossa della mia adolescenza! Il problema, e non mi vergogno ad ammetterlo, era il cane. Ad un certo punto tanto si stava facendo aggressivo che il padrone ha dovuto chiuderlo in uno stanzino. Mi sono immaginato a dover ospitare qualcuno in quella casa, anche solo per cena... Insomma alla fine ho deciso di continuare la mia faticosa ricerca.
La terza visita era un altro casting previsto alle 21 di sera, fortunatamente il mio amico per quell’ora poteva accompagnarmi. Arrivati li c’era un altro visitatore che però è andato via rapidamente, quindi siamo rimasti solo noi e i due inquilini, entrambi attori (piena di artisti questa Berlino!), un lui ed una lei che però non erano una coppia. La casa era davvero particolare, ed è stata la prima in cui mi hanno chiesto di togliere le scarpe! Effettivamente il pavimento era fatto di un bellissimo legno grezzo. La camera era non troppo grande, col materasso per terra ed ovviamente spoglia degli arredi, ma la sala era veramente bella e accogliente, molto grande con un tavolone gigante e piena di divani (provenienti dalla strada?) ma che dava un senso di calore quasi da pub! La serata è stata anche piacevole, siamo restati li a chiacchierare del più e del meno fino alle 23, e la conversazione si è accesa un attimo quando ho malaugaratamente tirato fuori il discorso ‘Berlusconi’. Posto che non credo di essergli piaciuto, anche i due attori mi hanno dato la sensazione di essere molto distanti dal mio stile di vita, e infatti non mi hanno mai richiamato!
La quarta visita è stata per una camera in un appartamento in cui viveva una conoscente del mio amico. Camera bella, casa idem, ci siamo trovati molto a nostro agio, ma anche qui credo che abbiano percepito una differenza di stile di vita notevole! Erano tutti studenti sotto i 25 anni e infatti nella risposta mi hanno detto di aver trovato un altro studente!
La quinta e ultima visita è stata in una casa quasi completamente vuota (qualche scarno arredo e la cucina) per cui il proprietario cercava quattro persone. Io ovviamente ero interessato ad una stanza ‘singola’ e infatti gli ho detto che mi sarei accollato l’affitto di due persone. Questa casa non era male, appena fuori dal ring, e infatti l’ho tenuta come seconda opzione insieme a quella della pianista bulgara.
A queste visite ci sarebbe da aggiungerne una a Wedding in cui l’inquilina ha ben pensato di non farsi trovare in casa o di  non aprire la porta, ma la peculiarità di questa ‘gita’ è stato il mio primo contatto con il quartiere. Ora ovviamente non si può generalizzare, ma il luogo in cui si trovava la casa dell’annuncio era davvero orrendo; scendendo le scale abbiamo incrociato una donna a cui abbiamo chiesto lumi sull’appartamento che avrei dovuto visitare. Lei stessa ci ha detto che quel quartiere era pieno di zingari che li aveva svaligiati più di una volta e per tanto doveva venire lei a riaprirci il portone altrimenti saremmo rimasti chiusi li dentro. 
Insomma la ricerca non era certo finita... 

1 commento:

  1. Quindi più che inquilini cercavano partner o badanti? Quando si dice "Meglio soli che male accompagnati"!

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